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SMARTMAN è presente a FARETE 2017 – uno strumento per l’internazionalizzazione

SMARTMAN è presente a FARETE 2017 – uno strumento per l’internazionalizzazione

Posted on 3 Luglio 2017 by in Senza categoria with Commenti disabilitati su SMARTMAN è presente a FARETE 2017 – uno strumento per l’internazionalizzazione

Anche per il 2017, Smartman sarà presente a Farete con il proprio stand. Smartman è accreditata presso il Ministero dello Sviluppo Economico e presso la Regione Lombardia per fornire servizi nel campo dell’internazionalizzazione e progettazione di piani export.

Nel corso del 2016 e nei primi mesi del 2017, Smartman ha aiutato i propri clienti a gestire progetti e attività nel campo dell’internazionalizzazione e la partecipazione a bandi di finanziamento per la stessa tematica.

L’approccio di Smartman è fornire tutti gli strumenti chiave ai propri clienti per poter realizzare in modo vincente un piano di business internazionale.

Smartman è lieta di incontrare presso il proprio stand a Farete partner con i quali realizzare insieme progetti di sviluppo di business anche in mercati esteri.

STANDARD PER LA QUALITA’ AUTOMOTIVE IATF 16949:2016

STANDARD PER LA QUALITA’ AUTOMOTIVE IATF 16949:2016

Posted on 22 Maggio 2017 by in Senza categoria with Commenti disabilitati su STANDARD PER LA QUALITA’ AUTOMOTIVE IATF 16949:2016

certiquality

Certiquality in collaborazione con Smartman organizza il corso “Standard per la Qualità automotive IATF 16949:2016″. Il corso avrà una durata di 16 ore e si svolgerà nelle giornate del 12 e 13 ottobre presso il Consorzio Ferrara Innovazione (CFI), sito a Ferrara in via Mons. Maverna 4.

 OBIETTIVI

 Il corso si pone l’obiettivo di:

– Focalizzare l’approccio basato sul rischio e l’approccio per processi automotive;

– Approfondire scopo, fondamenti, requisiti del nuovo Standard per la Qualità automotive IATF 16949:2016 e tutte le novità rispetto al precedente Standard ISO/TS 16949:2009;

– Valutare le informazioni documentate richieste dalla IATF 16949:2016;

– Conoscere le nuove Regole IATF 5a Edizione e la gestione del “transitorio” per il raggiungimento della certificazione IATF 16949:2016.

DESTINATARI

 Quality Manager, personale del Sistema di Gestione per la Qualità, “Process owners” (Responsabili di Funzione / Enti aziendali), consulenti e professionisti che desiderano allineare le proprie competenze al nuovo standard per la Qualità del settore automotive IATF 16949:2016.

PREREQUISITI

 Indispensabile* la conoscenza della Norma ISO 9001:2008 e della 9001:2015.

Conoscenza delIa Specifica Tecnica ISO/TS 16949:2009.

PROGRAMMA

Richiami agli elementi fondanti della ISO 9001 – concetti base, approccio per processi automotive, approccio basato sul rischio (RBT ‘risk based thinking’) della ISO 9001:2015, informazioni documentate in 9001:2015.

Cenni alle Regole IATF 16949 5a Edizione per il raggiungimento della Certificazione IATF.

IATF 16949:2016 – scopo, Gruppo di lavoro IATF, fondamenti.

Esame dei requisiti IATF 16949:2016 – requisiti aggiuntivi rispetto alla ISO 9001 e dei requisiti nuovi o modificati rispetto alla ISO/TS 16949:2009, informazioni documentate nella IATF 16949:2009.

Esercitazione.

RELATORE

 Ing. Alessandro Balboni. Auditor di parte terza per i Sistemi di gestione per la Qualità secondo gli schemi IATF 16949:2016 e ISO 9001:2015.

Il corso ha un costo di euro 600 + IVA. Al termine dell’attività formativa sarà rilasciato un attestato di partecipazione.

Per l’iscrizione al corso Smartman applica ai propri clienti e agli associati di Confindustria Emilia lo sconto del 10% .

Per informazioni contattare la segreteria al +39 388 3289056, oppure scrivere all’indirizzo info@smart.man.it.

Export per imprese e aggregazione di imprese. Bando di finanziamento per le Pmi con sede in Regione Emilia Romagna. Le domande dal 15 maggio.

Export per imprese e aggregazione di imprese. Bando di finanziamento per le Pmi con sede in Regione Emilia Romagna. Le domande dal 15 maggio.

Posted on 7 Maggio 2017 by in Senza categoria with Commenti disabilitati su Export per imprese e aggregazione di imprese. Bando di finanziamento per le Pmi con sede in Regione Emilia Romagna. Le domande dal 15 maggio.

La Regione Emilia Romagna ha pubblicato il bando per l’internazionalizzazione delle PMI, con finanziamenti a fondo perduto.

Lo strumento è rivolto a quelle aziende che vogliono affrontare i mercati esteri con un progetto mirato.

Smartman srl, società accreditata dal MiSE per la gestione dei Temporary Export Manager, può fornire un supporto esperto per costruire un percorso che con l’aiuto di questo bando aiuta l’azienda ad affrontare nel miglior modo possibile i mercati esteri.

In specifico il bando finanzia le attività sui mercati esteri delle PMI rivolto ad imprese non esportatrici abituali o ad imprese che intendono partecipare ad almeno 3 fiere od eventi all’estero.

Le principali caratteristiche del bando sono:

  • Presentazione delle domande a partire dal 15 maggio con scadenza il 15 giugno 2017 (per il 50% delle risorse disponibili) e dall’11 settembre all’11 ottobre 2017 (per il rimanente 50%);
  • Le attività e le spese ammissibili devono essere fatte entro il 31 dicembre 2018;
  • si potrà presentare una domanda per una sola tipologia di progetto;
  • il bando valuta le domande tramite selezione qualitativa dei progetti.Il contributo a fondo perduto, previsto per un valore minimo di progetto pari a 50.000 Euro, è corrisposto nella misura massima del 40% delle spese ammissibili, con un sistema incrementale che può portare tale percentuale al 45% se il progetto prevede la creazione di nuova occupazione. Il contributo non potrà superare 100.000 Euro per le imprese che faranno domanda in forma singola (e 400.000 Euro per le reti di imprese).
  • Potranno fare domanda le imprese non esportatrici abituali (sia imprese singole che Reti di imprese) che hanno un fatturato annuo minimo di 700.000 Euro e che non hanno esportato, negli ultimi 2 anni, una percentuale superiore al 10% del proprio fatturato.

Tra le varie spese ammissibili vi sono:

  • consulenza per la pianificazione di un piano di internazionalizzazione;
  • compenso per un Temporary Export Manager (TEM) che coordini e gestisca il progetto;
  • organizzazione di incontri d’affari e visite aziendali incoming;
  • eventuali partecipazione a fiere all’estero oppure organizzazione di eventi promozionali.

Smartman srl è una società di consulenza manageriale accreditata per l’erogaazione di Temporary Export Manager e di Temporary Business Manager al Ministero dello Sviluppo Economico e presso la Regione Lombardia.

Puoi contattarci a info@smart-man.it o tramite il nostro sito www.smart-man.it.

Ferrara -A breve il bando per la partecipazione a fiere internazionali

Ferrara -A breve il bando per la partecipazione a fiere internazionali

Posted on 28 Dicembre 2016 by in Senza categoria with Commenti disabilitati su Ferrara -A breve il bando per la partecipazione a fiere internazionali

“Supportare le imprese ferraresi nel far conoscere i propri prodotti e servizi ai mercati di tutto il mondo: questo l’obiettivo della Giunta della Camera di commercio che, nelle prime settimane del prossimo anno, metterà a disposizione degli imprenditori della provincia contributi a fondo perduto per la locazione di spazi espositivi, l’allestimento degli stand, l’acquisto di servizi di interpretariato, le spese di trasporto a destinazione, assicurazione e movimentazione di materiali e prodotti destinati all’esposizione fieristica, la realizzazione di materiale di comunicazione aziendale da esibire o distribuire in fiera come brochure, cataloghi, filmati o presentazioni aziendali e inserzioni pubblicitarie.”


Per le 1.100 imprese intervistate dall’Ente di Largo Castello, infatti, le fiere ancora consentono di sviluppare in proprio la conoscenza diretta dei gusti, delle abitudini, delle esigenze dei vari segmenti di mercato, nonché di migliorare progressivamente l’apprendimento delle differenti modalità di comunicazione con i clienti. In particolare, tra i benefici segnalati dagli imprenditori, l’alta concentrazione di pubblico e di concorrenti; la possibilità concreta di valutare ‘in diretta” le reazioni del potenziale cliente; l’incentivazione delle motivazioni all’acquisto; l’accesso ad un pubblico non sempre noto; il rapporto costo/contatto molto contenuto; lo sviluppo dell’immagine dell’azienda; l’avvio di relazioni commerciali; l’ampliamento della rete di rappresentanti o clienti; il confronto con la concorrenza; il sondaggio sull’accettazione di nuovi prodotti e servizi; la conduzione di una idonea ricerca di mercato; la raccolta di ordini e/o la creazione delle le premesse per ottenerli in seguito.
Nel 2016, intanto, sono stati 71 i programmi di investimento all’estero finanziati dalla Camera di commercio, di cui il 42% al di fuori dell’Unione Europea. “Una risposta – per il presidente dell’Ente camerale, Paolo Govoni – che è andata ben oltre le nostre aspettative grazie all’adesione di tante piccole e medie imprese che hanno deciso di investire sui mercati internazionali in innovazione e qualità, requisiti indispensabili per restare sul mercato, specie in una fase congiunturale così difficile”.

Smartman è una società di consulenza manageriale specializzata in programmi di internazionalizzazione. E’ accreditata presso il Ministero dello Sviluppo economico e presso la Regione Lombardia per la fornitura di servizi di Export management. Siamo specializzati a creare piani di sviluppo di impresa per l’internazionalizzazione.

Formazione, un’intesa per sfruttare l’esperienza dei manager per l’innovazione di impresa

Formazione, un’intesa per sfruttare l’esperienza dei manager per l’innovazione di impresa

Posted on 10 Settembre 2016 by in Senza categoria with Commenti disabilitati su Formazione, un’intesa per sfruttare l’esperienza dei manager per l’innovazione di impresa

Questa intesa offre un’opportunità agli attori coinvolti di confrontarsi e di pensare a percorsi condivisi, con l’obiettivo di contribuire al rafforzamento competitivo del sistema produttivo e alla valorizzazione delle competenze e dei saperi– spiega l’assessore regionale alla Formazione e al Lavoro Patrizio Bianchi-. In particolare sarà possibile avere ulteriori contributi per la promozione della cultura manageriale sperimentando nuove metodologie per la  continuità d’impresa”.
“La forza del nostro territorio sono sempre state le persone- ribadisce l’assessore regionale alle Attività produttive Palma Costi-. Su questo dobbiamo puntare per portare i territori a interpretare bene se stessi nelle nuove geografie economico-sociali. Il nostro sforzo è puntare su ricerca e innovazione perché il nostro ecosistema regionale sia all’altezza e giochi le sue carte sull’economia della conoscenza e dell’innovazione. Un passaggio importante che non può prescindere dalla formazione e valorizzazione del capitale umano”.
“Questo protocollo è un atto lungimirante- osserva Stefano Cuzzilla, presidente Federmanager-. Riconosce, infatti, che esiste un’interdipendenza tra lo sviluppo economico e lo sviluppo delle risorse umane su cui è assolutamente prioritario investire. I nostri manager sono portatori di innovazione: in un contesto economico sempre più globale e sempre meno prevedibile, l’apporto dei nostri colleghi diventa cruciale per restare competitivi. Per vincere questa sfida dobbiamo quindi perseguire il necessario rinnovamento culturale e il ripensamento di modelli organizzativi e di business, privilegiando proprio la dimensione territoriale”.

Smartman a Farete 2016

Smartman a Farete 2016

Posted on 9 Settembre 2016 by in Senza categoria with Commenti disabilitati su Smartman a Farete 2016

Smartman ha preso parte alla quinta edizione di Farete 2016, la due giorni promossa e organizzata da Unindustria Bologna, che lunedì 5 e martedì 6 settembre ha riunito sotto lo stesso tetto oltre 600 imprese espositrici appartenenti a tutti i settori merceologici.  Si ringraziano i visitatori e quanti hanno contribuito a rendere speciale questo evento!

 

Smartman a Farete 2016

Posted on 15 Giugno 2016 by in Senza categoria with Commenti disabilitati su Smartman a Farete 2016

Smartman sarà presente a Farete 2016, che si terrà dal 5 al 6 settembre presso i padiglioni 15 e 18 di Bologna Fiere. Smartman sarà lieta di poter stringere la mano ai colleghi che vogliono creare Reti di Impresa o vogliono rinforzare o ripensare a Reti di Imprese esistenti. Lo staff di Smartman ha professionisti che operano in organizzazioni e reti di imprese di successo e potranno consigliarvi su come gestire un nuovo business e come lo strumento della Rete possa essere vincente.

La sfida del futuro, aziende verso la sostenibilità sociale ed ambientale

La sfida del futuro, aziende verso la sostenibilità sociale ed ambientale

Posted on 14 Giugno 2016 by in Senza categoria with Commenti disabilitati su La sfida del futuro, aziende verso la sostenibilità sociale ed ambientale

ROMA – E’ possibile coniugare lo sviluppo aziendale e la possibilità di fare impresa a livelli sempre più competitivi, con la necessità di adottare politiche sostenibili in materie ambientali e sociali? La sfida è di quelle importanti. Anche perché dando uno sguardo a quello che succede negli altri Paesi, emerge con profonda chiarezza la necessità di adeguare le agende delle imprese italiane con quelle internazionali, già sensibilmente vicine ai temi della sostenibilità. Per questo, il World Business Council for Sustainable Development ha annunciato con soddisfazione che CSR Manager Network si è unito al Global Network di WBCSD, costituito da oltre sessanta organizzazioni di imprese nel mondo, unite nell’impegno per promuovere nei rispettivi paesi lo sviluppo sostenibile presso la business leadership.

BUONE PRATICHE A CONFRONTO

CSR Manager Network è la principale associazione italiana che raggruppa il maggior numero di professionisti della sostenibilità e nel nostro Paese ricopre un ruolo determinate nell’indirizzare i manager verso politiche sostenibili, rappresentando oltre cento aziende.

«Siamo orgogliosi di rappresentare il WBCSD in Italia – dice Fulvio Rossi, Presidente di CSR Manager Network e CSR Manager di Terna – . E’ un’occasione importante sotto due aspetti. A noi offre la possibilità di poter tradurre in Italia le buone pratiche in tema di sostenibilità presenti nelle grandi aziende internazionali. Allo stesso tempo, abbiamo l’opportunità di poter valorizzare anche le esperienze adottate dalle imprese italiane, non sempre conosciute e riconosciute a livello internazionale».

LE DIRETTIVE EUROPEE

Per garantire un’adeguata sostenibilità sociale ed ambientale, le «aziende sono chiamate a fare leva sulla loro capacità di interagire in modo positivo con gli stakeholder, i dipendenti, i fornitori, le istituzioni, il mondo accademico e del no profit. Se l’azienda – prosegue Rossi – è in grado di rimodulare le attività produttive anche in funzione dei propri dipendenti, per esempio, favorendo la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, l’impresa registrerà sicuramente risultati importanti».


Le aziende, dunque, hanno la libertà di scegliere le politiche sostenibili a loro più congeniali, confidando anche sulle scelte del Governo più inclini a sostenere le loro scelte sociali ed ambientali. «A riguardo – evidenzia Rossi – il nuovo Codice degli appalti, la cui direttiva europea è stata recepita di recente dalla Legge delega, mette in risalto gli aspetti ambientali e sociali nelle diverse fasi del processo di acquisto da parte della Pubblica Amministrazione. Così come troviamo interessante anche l’altra direttiva europea di prossima ricezione relativa all’informazione non finanziaria delle aziende, legata alla trasparenza sui temi sociali ed ambientali delle imprese». Tra i primi impegni del CSR Manager Network, ora che si è unito al Global Network di WBCSD, quello di organizzare «entro la fine dell’anno un convegno – conclude Rossi – per condividere le esperienze più interessanti tra le imprese internazionali ed italiane in materia di sostenibilità, al fine di diffondere le buone pratiche e contribuire a sviluppare eccellenze in questo settore».

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Ecco come la Borsa drena ricchezza alle imprese (usando anche il Qe)

Ecco come la Borsa drena ricchezza alle imprese (usando anche il Qe)

Posted on 10 Giugno 2016 by in Senza categoria with Commenti disabilitati su Ecco come la Borsa drena ricchezza alle imprese (usando anche il Qe)

Insegna la teoria che i mercati finanziari servano per far affluire risorse alle imprese. Dimenticate la teoria: la realtà dei fatti è ormai l’esatto contrario. E il nuovo programma della Bce di acquisto di corporate bond rischia di favorire il paradosso. I mercati finanziari, soprattutto quelli azionari, succhiano infatti dalle imprese più risorse di quante non ne elargiscano. Accade negli Stati Uniti, dove tra dividendi pagati e riacquisti di azioni proprie (buyback) le aziende quotate a Wall Street hanno elargito agli investitori circa mille miliardi di dollari nel 2015. Accade in Italia dove, nel 2015 secondo i dati della Consob, le imprese hanno raccolto in Borsa 4,6 miliardi ma hanno restituito (principalmente tramite dividendi) 20,8 miliardi.

LA BORSA ITALIANA DRENA RISORSE ALLE IMPRESE
Saldo fra risorse raccolte e restituite agli azionisti di società quotate italiane, in miliardi euro. (Fonte: Consob; Thomson Reuters)

E ora che la Bce ha iniziato a comprare obbligazioni aziendali, il fenomeno potrebbe aumentare: molte imprese (soprattutto americane) dichiarano infatti esplicitamente di voler sfruttare l’attuale programma di Mario Draghi con il solo scopo di indebitarsi per ricomprare azioni proprie in Borsa. Cioè per regalare il denaro preso in prestito sui mercati obbligazionari ai propri azionisti. Alla finanza. A Wall Street.

Nell’era dei tassi a zero e della liquidità abbondante, questo è forse il maggiore paradosso: il denaro continua a circolare nella finanza mentre l’economia reale annaspa. Non bisogna dunque stupirsi se gli investimenti (quelli veri, in ricerca, in sviluppo, in idee imprenditoriali) non decollino. Secondo i dati dell’Ocse, nell’area euro dal 2008 gli investimenti sono diminuiti di quasi il 15%. Nell’intera Europa, stima Rbs, il calo è del 20%. Negli Stati Uniti il Pil è aumentato del 10% circa, ma gli investimenti solo del 5%. I motivi sono tanti (l’incertezza in primo luogo), ma uno è il più paradossale di tutti: chi ha i soldi, non li usa. Chi li raccoglie dai mercati finanziari, tende a restituirli (con gli interessi) ai mercati stessi.

Borsa predatrice

I dati parlano chiaro. In Italia il mercato borsistico riesce a drenare dalle imprese quelle poche risorse di cui dispongono. Secondo i dati elaborati dalla Consob, è da almeno il 2007 che la Borsa prende dalle aziende più soldi di quanti non ne elargisca: negli ultimi 9 anni le imprese quotate a Milano hanno infatti raccolto a Piazza Affari meno di 80 miliardi di euro mediante aumenti di capitale e Ipo, ma hanno restituito circa 190 miliardi attraverso dividendi, buyback (pochi in realtà) e Opa. Il saldo netto è di oltre 100 miliardi: soldi che il mercato finanziario italiano ha “succhiato” dalle imprese. Considerando che gli investitori che operano a Piazza Affari sono principalmente internazionali, si tratta di soldi usciti dalle aziende nostrane per affluire nei forzieri di fondi o banche estere. E in questi anni di recessione, con gli investimenti colati a picco, un tale drenaggio di risorse non può non far riflettere.

Ovviamente questi numeri nulla sono rispetto a quelli statunitensi. I dividendi pagati agli azionisti e i buyback (cioè il riacquisto di azioni proprie) sono aumentati a Wall Street dai 507 miliardi del 2005 ai circa mille del 2015. Il fenomeno non è nuovo: secondo le stime di William Lazonick della Harvard Business Review, le aziende quotate a Wall Street tra il 2003 e il 2012 hanno usato il 54% degli utili per ricomprare le proprie azioni in Borsa e il 37% per pagare dividendi. Mediamente il 91% dei profitti realizzati dalle imprese americane sono quindi tornati nel magma della finanza: questo significa che non sono stati usati per investire in ricerca, in sviluppo, in occupazione. Insomma: in benessere collettivo.

Obbligazioni sterili

Ma l’aspetto ancora più allarmante è che molte imprese negli Stati Uniti (e non solo) da tempo hanno iniziato a indebitarsi per comprare con i soldi presi in prestito azioni proprie in Borsa. L’obiettivo è di “pompare” al rialzo il proprio titolo a Wall Street: in questo modo si gratificano gli investitori e – dulcis in fundo – gli stessi bonus dei top-manager. Il fenomeno dura da anni, ma ora che in Europa la Bce ha iniziato a comprare obbligazioni aziendali (anche se emesse da gruppi esteri purché denominate in euro) il gioco è ripreso alla grande. Calcola Fitch che quest’anno (fino a fine maggio) le imprese statunitensi abbiano emesso 32 miliardi di obbligazioni in Europa denominate in euro (dunque acquistabili dalla Bce): si tratta in soli 5 mesi di oltre la metà di quanto fatto nell’intero 2015. Ebbene: spulciando i prospetti di questi bond, Fitch ha scoperto che un quarto delle aziende che ha emesso obbligazioni dichiara esplicitamente di voler usare i soldi raccolti in Europa per acquistare azioni proprie a Wall Street.

In Europa il fenomeno è diverso, ma non meno assurdo. Patrick Artus, economista di Natixis, ha fatto un calcolo che riguarda le grandi aziende francesi. Ebbene: molte di loro si indebitano solo per aumentare la liquidità in bilancio. Il denaro liquido che si trova oggi nei bilanci delle imprese francesi ammonta infatti al 24% del Pil, contro il 12% del 2007. È come se una persona andasse in banca a prendere un mutuo, per poi depositare i soldi sul conto corrente e non farci nulla.

Economia reale in secca

Bene inteso: non c’è nulla di male nel redistribuire agli azionisti i soldi in eccesso. Anzi. Nell’era dei tassi bassi e dell’abbondante liquidità, è anche finanziariamente razionale per le aziende indebitarsi per pagare dividendi. Ma se si guarda il fenomeno dall’alto, non nel micromondo dei singoli bilanci, è evidente che si tratti di un’assurdità: i mercati finanziari dovrebbero servire per far arrivare risorse alle imprese, soprattutto in tempi di crisi, non per succhiarle via dai loro bilanci. Tutto questo crea paradossi.

Attraverso la American Energy Innovation Council – denunciava tempo fa William Lazonick di Harvard – i top manager di gruppi come Microsoft e Ge anni fa hanno per esempio spinto il Governo Usa a triplicare gli investimenti pubblici a favore dell’energia alternativa, portandoli a 16 miliardi l’anno. Peccato però che nell’ultimo decennio solo Microsoft e Ge abbiano insieme speso ogni anno lo stesso ammontare di dollari per ricomprare azioni proprie in Borsa. E che dire delle case farmaceutiche? Negli Usa le medicine costano molto più che all’estero perché – dicono le stesse case farmaceutiche – in questo modo possono investire in ricerca e sviluppo. Peccato però che Pfizer dal 2003 al 2012 abbia usato il 71% dei propri utili per effettuare buyback di azioni proprie e il 75% per pagare dividendi. Mentre la gente paga per la ricerca, insomma, le case farmaceutiche gratificano Wall Street. E, con essa, gli stipendi dei top manager. La speranza è che la nuova manovra della Bce, seppur condivisibile, non finisca per alimentare eccessivamente questo circolo vizioso.

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